È cominciata la vendemmia 2018 e per Vignamaggio si tratta della sua prima vendemmia biologica o, più precisamente, eco-sostenibile.
I primi grappoli sono già stati raccolti ed esaminati. Dopo aver raccolto le uve per il Merlot, per il rosato e per il Cabernet, si proseguirà con l’uva bianca, per poi terminare con il Sangiovese, che costituisce l’80% della superficie vitata di Vignamaggio.
Il processo di conversione all’agricoltura biologica di Vignamaggio è iniziato nel 2014, con la scelta dell’azienda di abbracciare un approccio che tutela il terreno, le piante e anche le persone.
Il processo dura normalmente 3 anni, un lasso di tempo in cui l’azienda applica attentamente i principi biologici, senza però poterlo dichiarare in etichetta. Questo perché sia il terreno che le colture devono prima liberarsi dalla contaminazione di tutti i prodotti usati negli anni precedenti e non accettati dalle normative che regolano la produzione biologica.
MA COSA SIGNIFICA ESATTAMENTE APPLICARE I PRINCIPI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA NEL VINO?
Secondo i regolamenti imposti dall’Unione Europa, per avere una produzione biologica è necessaria l’applicazione di principi rispettosi dell’ambiente, la limitazione dell’uso di fattori di produzione esterni e, soprattutto, l’astensione dall’utilizzo di sintesi chimica, come diserbanti o pesticidi.
In particolare, con un regolamento del 2008, l’UE ha fatto una vera e propria lista di prodotti utilizzabili per la concimazione nell’ambito dell’agricoltura biologica.
Tuttavia, fino al 2012 ciò che si poteva dichiarare in etichetta era solo la dicitura vino prodotto da uva biologica. Solo con il successivo regolamento dell’UE si è passati a poter dichiarare l’intero processo biologico con la dicitura vino biologico.